1915-2015 Il centenario della grande guerra
Riflettere sul passato per vivere il futuro
La ballata della grande guerra
“Dopo quasi cent’anni senza guerra,
si arma, nell’Europa, ogni potenza…
…ma i potenti non son mai contenti….
…Così scoppia la guerra, la maggiore
che, fino allora, il mondo abbia veduto,
la più piena di morti e di dolore,
la più orrenda in cui il mondo è caduto…
…e partono gli eserciti, cantando.
Le madri e le mogli e le sorelle,
salutano i soldati alla partenza…
…In terra, sotto terra, in aria, in mare,
quando, alla fine, vince il più forte,
questa orribile guerra può contare,
dieci milioni di persone morte.
Ma anche ai vivi, lascia quantità
di corpi ammalati o mutilati,
a volte ne rimane una metà,
mezze persone, resti di soldati.
Reduci con la guerra nella mente,
col rombo del cannone nel pensiero,
senza lavoro, a morir lentamente,
dentro un presente disperato e nero.
E altri dolori e danni, immisurati,
le vedovanze e le orfanità,
città e paesi e case rovinati:
un’altra guerra è la povertà…”